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Deludente.

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Su tutta la linea (oddio, di linea in 'sto periodo proprio non se ne parla, visto come mi sto "lasciando andare" con il cibo).
Comunque sono deludente, mi sento deludente e sono sicuro che tu concordi con me, mamma.
Dopo un primo periodo in cui mi sentivo cresciuto, responsabilizzato, ora sembra che abbia ripreso la vita di prima e la cosa mi dispiace. E' tutto troppo lungo, dilatato, anche se io sto riempiendo il mio tempo di mille cose. Ma manchi ogni giorno di più.
Ho bisogno di qualcuno.
Ho bisogno di te.

Ciao, mamma.

Riempire il vuoto.

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Di cosa? Non certo di poesia. Non aiuta in questo momento.
Ci vorrebbe ben altro. Ci vuole ben altro. La sensazione di correre sempre, essenzialmente per nulla, l'ossessione sempre presente di valutare tutte le situazioni alla luce di quello che è successo, la rabbia che invece di calare tende a crescere, giorno dopo giorno. Una salita che si fa sempre più aspra. E la meta, per cui ci crede, quindi in teoria anche per me, a cui aspirare. Troppo lontana per i miei gusti.
Mamma, se mi sposo ti voglio regalare presto un nipotino o una nipotina, che tu, spero, veglierai dal cielo.

Forse quello potrebbe aiutarmi a riempire il vuoto.
Ah, ieri con Verrinho, Marta, Sonia e tutti i bimbi ucraini, oltre a Matteo&Veri, siamo venuti a salutarti. Lacrime che colpiscono come giavellotti.

Ciao, mamma.

L'eternità.

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Lo penso spesso in questi giorni, penso che la mia fede è messa alla prova e che, fino a questo momento, non credo di essere in grado di superarla, questa prova.
Se oltre questa realtà non c'è più nulla, se una volta esaurito questo esilio terreno noi cadiamo in un vuoto senza senso, allora che senso hanno tutti gli sforzi umani?
Se io penso che, fisicamente, mamma, non ti vedrò mai più, un giramento di testa accompagnato da un colpo di calore mi prostrano.
Ma devo resistere, per me, per papà, per Edoardo (anche se lui si tiene su da solo, pare) e, in modo particolare, per Matteo e Veronica. E' dura però, è durissima.

Un segno, ti prego, un segno.
Ciao, mamma.

Ogni sole.

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Ogni sole mi parla di te e di quanto tu, il sole, lo amavi.
Ah, lo sai vero che quasi ogni mattina passo a trovare il tuo Enea? Stamattina era particolarmente sull'agitato..

Ciao, mamma.

Trasformare.

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Questa è la chiave di tutto.
Questa sarebbe la chiave di tutto.
Riuscire a trasformare questo dolore, questa disillusione nei confronti della vita, questo fatalismo cavallante, in urgenza di amare, in urgenza di soccorrere, in urgenza di fare qualcosa per gli altri, come sempre hai fatto tu.
Perché domani potrebbe non essercene più l'occasione.
Tu veglia su di me, oggi sono venuto a trovarti e lo sai.

Mi manchi troppo.

Ciao, mamma.