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I sommersi e i salvati.

Sono sempre più persuaso dell'idea che il mondo, "stringi stringi", si divida in due categorie.
Quelle che ho scritto lì, poco più in alto, riprendendo la dicitura di Primo Levi, uno che era un salvato ma si sentiva comunque sommerso. Ed è morto sommerso.. E qui sta piovendo parecchio, per cui ti lascio immaginare.
Mi sento molto sadico in questo periodo. Mi piacerebbe poter avere una siringa gigante per poter iniettare in ogni persona nel mondo (anche se tante non ne hanno bisogno perché sanno di cosa sto parlando) un pò della "fragilità" che, da quel giorno che sai tu, accompagna tutto quello che faccio.
E' incredibile pensare a volte come basti un solo evento a cambiare la storia di una, dieci, mille vite.

A noi, a te, questa cosa è successa. E' cambiata la tua vita.
Sono cambiate le nostre. Ridi e poco dopo ti chiedi perché stai ridendo. Guardi le persone che ti stanno vicine chiedendoti: "tra quanto ti perderò?".

Fino all'ultimo giorno abbiamo sperato. Fino all'ultimo giorno io mi sono fatto forte di qualsiasi notizia su terapie, ritrovati medici, cure che potessero tenerti vicina a noi. Qui con noi.

Ora non mi interessa più. Mi arriva a casa la tessera dell'AIRC e la butto. Mi arriva il giornalino e non riesco a sostenere lo sguardo, anche solo per la copertina. Sento parlare della malattia, per radio, e spengo la radio. Idem per la tv.

Eppure. Eppure qualche segnale qua e là si vede. Magari sono io che devo guardarmi meglio dentro.
Ma è troppo poco. O, meglio, non mi basta più.

Domani inizio i 2 mesi di terapia per la patologia rara.
Domani do il primo esame dopo un anno e mezzo all'università.
Domani, respiro.

Siamo sommersi, siamo I sommersi.

Ciao, mamma.

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