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L'ansia, quell'ansia.

Quell'ansia di vivere tutto con la massima intensità, possibilmente presto, possibilmente subito.
Perché di tempo ce n'è, perché tutti noi abbiamo in testa un count-down.
Oggi sono tornato indietro di 3 mesi e mezzo, partecipando alla Messa di Resurrezione di un'altra mamma, di un paese vicino al mio, morta a 45anni a causa dello stesso male che ti ha portato via, mamma.
E tra le comari che in sagrestia non hanno fatto altro che chiacchierare e le lacrime facili di chi non si rende conto che il giorno più triste non è quello del distacco, bensì sono tutti i giorni successivi, in cui gradualmente una persona prende coscienza dell'assenza, insomma, tra tutto questo, un pò di commozione mi ha preso alla gola e ha stretto forte.
Penso che andrò a trovare a casa queste due figlie rimaste e il povero marito. Dopotutto siamo sulla stessa barca.

Per il resto big confusion, rido, scherzo, lavo per terra, pulisco, dormo poco, vado ai corsi di formazione a Padova per il Servizio Civile, ho 3 impegni a sera, depenno con facilità assurda persone dalla mia lista "friends". Non mi riconosco più, in sintesi.
Sarà colpa di quell'ansia?

Ciao, mamma.

Comments (1)

ho letto solo ora quello che hai scritto sul funerale di mia cugina...sapevo che eri li,ti ho pensato molto e ho provato il dolore che potevi sentire,anche se quello di un figlio è incolmabile.nessuno l'ho puo togliere quel dolore...nemmeno il tempo...
renzo e le bimbe,se li vai a trovare,sicuramente tenderanno le braccia per accoglierti e stringerti in un lungo abbraccio,come solo una mamma puo fare,....valentina B.