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Ecco, questo mi piace.

«IL DIO IN CUI NON CREDO» (JUAN ARIAS)

«Molti atei non credono in un Dio in cui anch’io non credo» (Card. Maximos IV).

Questo scritto è la mia parola di fede semplice e onesta per i miei amici non credenti.
Sì, io non crederò mai in:
Il Dio che «sorprenda» l’uomo in peccato di debolezza. Il Dio che condanni la materia.
Il Dio che ami il dolore. Il Dio che sterilizza la ragione dell’uomo.
Il Dio che benedica i nuovi Caini dell’umanità.
Il Dio che si faccia temere. Il Dio che non si lasci dare del tu. Il Dio nonno di cui si possa
abusare.
Il Dio che si faccia monopolio di una Chiesa, di una razza, di una cultura, di una casta.
Il Dio che non abbia bisogno dell’uomo. Il Dio lotteria con cui si vinca solo a sorte.
Il Dio arbitro che giudichi sempre col regolamento alla mano.
Il Dio solitario. Il Dio incapace di sorridere di fronte a molte monellerie degli uomini.
Il Dio che «giochi» a condannare. Il Dio che «mandi» all’inferno.
Il Dio che non sappia aspettare. Il Dio che esiga sempre dieci agli esami.
Un Dio capace di essere spiegato dalla filosofia.
Il Dio che adorano quelli che sono capaci di condannare un uomo. Il Dio incapace di redimere
la miseria.
Il Dio che esiga dall’uomo, perché creda, di rinunciare a essere uomo.
Il Dio che non accetti una sedia nelle nostre feste umane.
Il Dio che è capito soltanto dai maturi, i sapienti, i sistemati.
Il Dio che non è temuto dai ricchi alla cui porta sta la fame e la miseria.
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Il Dio capace di essere accettato e compreso dagli egoisti.
Il Dio onorato da quelli che vanno a messa e continuano a rubare e a calunniare.
Il Dio asettico, elaborato in un gabinetto scientifico da tanti teologi e canonisti.
Il Dio a cui piaccia la beneficenza di chi non pratica la giustizia.
Il Dio che condanni la sessualità. Il Dio del «me la pagherai».
Il Dio che si penta qualche volta di aver regalato la libertà all’uomo.
Il Dio che si accontenti che l’uomo si metta in ginocchio anche se non lavora.
Il Dio muto e insensibile nella storia di fronte ai problemi angosciosi della umanità che soffre.
Il Dio morfina per il rinnovamento della terra e speranza soltanto per la vita futura.
Il Dio che crei discepoli che disertano i compiti del mondo e sono indifferenti alla storia dei loro
fratelli.
Il Dio di quelli che credono di amare Dio, perché non amano nessuno.
Il Dio che è difeso da quanti non si macchiano mai le mani, non si affacciano mai alla
finestra, non si gettano mai nell’acqua. Il Dio a cui piacciano quelli che dicono sempre: «tutto
va bene».
Il Dio di quelli che pretendono che il sacerdote cosparga di acqua benedetta i sepolcri
imbiancati delle loro sporche manovre. Il Dio dei preti che pretendono che si possa
criticare tutto e tutti all’infuori di loro.
Il Dio che giustifichi la guerra. Il Dio che ponga la legge al di sopra della coscienza.
Il Dio che sostenga una chiesa statica, immobile, incapace di purificarsi, di perfezionarsi e di
evolversi.
Il Dio che non sappia perdonare qualche peccato. Il Dio che preferisca i ricchi.
Il Dio che «causi» il cancro, che «invii» la leucemia, che «renda sterile» la donna o che «si
porti via» il padre di famiglia che lascia cinque creature nella miseria.
Il Dio che possa essere pregato solo in ginocchio, che si possa incontrare solo in chiesa.
Il Dio che non salvi quanti non lo hanno conosciuto ma lo hanno desiderato e cercato.
Il Dio che non vada incontro a chi lo ha abbandonato. Il Dio incapace di far nuove tutte le cose.
Il Dio che non abbia una parola diversa, personale, propria per ciascun individuo.
Il Dio che non abbia mai pianto per gli uomini. Il Dio che non sia presente dove vibra l’amore
umano.
Il Dio che si sposi con una politica. Il Dio che non possa essere pregato sulle spiagge.
Il Dio che non si riveli qualche volta a colui che lo desidera onestamente.
Il Dio per cui gli uomini valgono non per ciò che sono ma per ciò che hanno o che
rappresentano.
Il Dio che accetti come amico chi passa per la terra senza far felice nessuno.
Il Dio che non sappia offrire un paradiso in cui noi ci sentiamo fratelli e in cui la luce non venga
solo dal sole e dalle stelle ma soprattutto dagli uomini che amano.
Il Dio che abbracciando l’uomo già qui sulla terra non sappia comunicargli il gusto, la gioia, il
piacere, la dolce sensazione di tutti gli amori umani messi insieme.
Il Dio incapace di innamorare l’uomo. Il Dio che non si sia fatto vero uomo con tutte le sue
conseguenze.
Il Dio nel quale io non possa sperare contro ogni speranza.
Sì, il mio Dio è l’altro Dio.

Ciao, mamma.

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